L'Opus Dei impone la censura
articolo di Emanuela Provera pubblicato sul blog www.cadoinpiedi.it
Il sito www.opuslibros.org,
attivo dal 2000, raccoglie diversi documenti e numerose testimonianze che
spiegano cos’è l’Opus Dei, nota istituzione della Chiesa cattolica eretta a prelatura personale da Giovanni Paolo II.
Agustina López de los Mozos Muñoz, giornalista ed ex membro dell’istituzione è
stata, insieme ad altri, l’ispiratrice e l’animatrice del sito, che tra le
sezioni più significative annovera quella intitolata “documenti interni”. Il link raccoglie libri provenienti
dall’istituzione, quindi norme e criteri che regolano il funzionamento interno
dell’Opus Dei, in altre parole si tratta delle istruzioni che “traducono” gli Statuti della prelatura.
Con una lettera del 29
giugno 2011 lo studio legale BMC Bufete Mas y Calvet intima ad Agustina, in
qualità di amministratore del sito, di rimuover i “documenti interni”;
l’avvocato che firma
la lettera - Javier Domínguez Calatayud
- le scrive per conto dell’Opus Dei e della società Scriptor S.A che rivendicano
i diritti di autore su detti documenti.
Quindi l’Opera, fedele al cliché di “segretezza”
che la contraddistingue, si oppone alla divulgazione di istruzioni che, tra le
altre cose, spiegano come provocare la crisi
vocazionale nei giovani [ossia i metodi di reclutamento], la modalità di
vita dentro l’istituzione, la relazione con la propria famiglia di origine,
l’interpretazione del Vangelo e della dottrina della Chiesa cattolica.
Questioni che interessano non solo i Direttori della prelatura ma chiunque si
avvicini all’istituzione. L’Opus Dei dichiara che i “documenti interni” siano “privati”. Molti altri li considerano
segreti:
«Come si è detto in
innumerevoli occasioni – spiega Agustina López - se queste “opere” fossero
pubbliche, potrebbero essere consultate dai genitori dei ragazzi e delle
ragazze che chiedono l’ammissione [all’Opus Dei], dalla Chiesa, per verificare
se si accomodano alla dottrina cristiana, dagli stessi membri dell’Opera per
conoscere i criteri istituzionali dai quali sono governati eccetera, e né voi
né io avremmo l’obbligo morale e di coscienza di pubblicarli» .
Poiché Agustina non ha depubblicato queste opere,
la vicenda legale prosegue per via giudiziale visto che il 18 ottobre u.s. il
giudice Dña. Olga Martín Alonso, del Tribunale Commerciale di Madrid, impone,
provvisoriamente, entro tre (3) giorni, la rimozione dei “documenti interni”
dell’Opus Dei dal sito Opuslibros. La misura viene concessa, a favore della prelatura, in via
cautelare senza consentire un’udienza alla parte citata, per ragioni di urgenza.
I fatti esposti rendono a mio avviso curiosi
almeno due fatti
- contemporaneamente alla vicenda “Opus
Dei-Opuslibros” si sta aprendo una strada parallela all’interno della Chiesa
cattolica riguardante misure cautelari, temporanee ma urgenti che il cardinale
Velasio De Paolis, delegato papale, ha adottato per conferire al Regnum Christi
la giusta autonomia rispetto alla Congregazione dei Legionari di Cristo. Per
citare solo un esempio i membri di Regnum Christi godranno – finalmente - del
legittimo diritto di avere una guida spirituale o di confessarsi anche con
sacerdoti che non appartengano ai Legionari.
- in secondo luogo la prelatura dell’Opus Dei, sul
sito ufficiale www.opusdei.it, sta rendendo pubblici documenti, per la
verità pochi [http://www.opusdei.it/art.php?p=45961], che erano ad uso
esclusivo dei membri. Inoltre in uno di questi documenti l’Opera ha ricordato
ai suoi aderenti che possono confessarsi anche da sacerdoti non appartenenti
alla prelatura, quando invece, nella prassi, li ha sempre indirizzati a ricorre
ai soli sacerdoti dell’Opus Dei, in linea con la dottrina del “Buon Pastore” che
Escrivá ha inculcato ai suoi figli.
È come se l’Opus Dei si stesse adeguando a
istruzioni e modalità che – più rispettose del diritto canonico e della libertà
individuale – sono state suggerite o forse imposte dalle autorità
ecclesiastiche.
In uno scambio che ho potuto avere, nei giorni
scorsi, con Agustina ho anche appreso che
“Sia la Prelatura sia Scriptor S.A. non hanno registrato
nessuna delle opere che mi hanno chiesto di ritirare (ho la documentazione del
Registro Central de la Propiedad Intelectual). Le opere non hanno ISBN, né
registro [deposito alla Siae per noi], né autore. Le opere di Escrivá e del
Portillo pubblicate sul web mancano ugualmente della registrazione (come
sopra), dell'ISBN, di ogni dato”.
Concordo quindi con Agustina la quale dichiara:
“Non si
tratta di un problema di diritti d’autore, è un problema di censura, di
segretezza e mancanza di libertà di espressione da parte dell’Opus Dei”.
Un amico ex numerario, ora avvocato, in merito alla vicenda di Opuslibros ha dichiarato:
“E' una cosa inaudita: se sono quello che dicono di essere,
non devono avere nulla da nascondere.
Se non sono quello che dicono di essere, allora hanno ragione loro a tener segrete le loro pubblicazioni, hanno ragione tutti gli altri a sospettare, ma a quel punto è una società segreta.
Dunque Agustina dovrebbe lasciarsi portare davanti ai tribunali spagnoli, e cogliere l'occasione per spiegare questo in tutte le sedi possibili e immaginabili”.
Se non sono quello che dicono di essere, allora hanno ragione loro a tener segrete le loro pubblicazioni, hanno ragione tutti gli altri a sospettare, ma a quel punto è una società segreta.
Dunque Agustina dovrebbe lasciarsi portare davanti ai tribunali spagnoli, e cogliere l'occasione per spiegare questo in tutte le sedi possibili e immaginabili”.